martedì 6 gennaio 2015

GONE GIRL - L'amore Bugiardo





Titolo originale: Gone Girl 
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2014
Genere: Thriller
Regia: David Fincher
Sceneggiatura: Gillian Flynn (autrice del libro L'amore bugiardo, dal quale è tratto il film)
Attori Principali: Ben Affleck, Rosamund Pike, Neil Patrick Harris









VOTO: 9 -

Con Gone Girl ho fatto una scelta che non faccio mai, "Leggo il libro o guardo il film?". Non ho dubbi solitamente. 
E' un po' come dire: "Vuoi il pandoro o il panettone?". 
Ma perché voi ci pensate? Cento chili di burro e zucchero a velo vincono su uvetta appassita mille a zero. 
Insomma, stavolta ho scelto il panettone con Gone Girl e non me ne sono pentito. Per affermarlo completamente dovrei leggere il libro, è vero, ma conoscendo tutti i colpi di scena proprio non me la sento. 
Quindi ora vi elencherò i motivi principali della mia scelta e perché dovreste farla anche voi.

1- Il regista è un certo David Fincher che ha nel suo curriculum film come Il curioso caso di Benjamin Button, Zodiac, Fight Club e The social network. E se è riuscito a rendere interessante Zuckerberg direi che da buttar via non è.

2- Nel cast troviamo Ben Affleck. Poverino, tutti a criticarlo per il suo mascellone da uomo stupido, ma io l'ho apprezzato molto in Argo e The Town. 

3- Ho troppi libri da leggere e aggiungerci anche quello della Flynn mi sembrava chiedere troppo alle sole 24 ore del giorno.

4- Questo film vi coinvolgerà come nemmeno Il Segreto fa con mia madre. Non staccherete gli occhi dallo schermo nemmeno per vedere chi vi ha scritto su whatsapp.

5- La protagonista femminile, Rosamunde Pike, dovrebbe vincere nel 2015 qualche premio prestigioso.
La sua interpretazione è impeccabile. Straordinaria.

6- I film di Fincher sono dei puzzle; tu osservi tutti i pezzi, li studi, e quando stai per cominciare con l'assemblarli per il quadro generale... BOOM! 
Fincher ti mostra il vero meccanismo.

7- Quando senti la parola thriller pensi: "Sempre la solita minestra"? Con Gone girl non lo farai. 
Fresco e curatissimo, anche nella fotografia.

8- Non sono il solo a dirlo. In alcune scene vedremo un po' di sangue alla Hitchcock e a chi non piace?

9- Nessuno mi ha pagato per scrivere tutto ciò e questo significa che questa pellicola mi ha coinvolto molto.

10- La mia ragazza non ha MAI parlato durante questo film e vi assicuro che è un VALIDISSIMO segnale. Ama criticare e commentare, anche nelle parti fondamentali. 

Ho giocato un po' su questa mia opinione, ma il messaggio finale credo sia chiaro.
Non è un capolavoro assoluto, ma rimane uno dei film più belli che io abbia visto nel 2014.




VOTO: 9

Si tratta certamente di un thriller congegnato in maniera quasi impeccabile e di un' altra grande pellicola di David Fincher che con Gone Girl non delude le aspettative, ma anzi si riconferma il grande regista che sapevamo essere.
La trama si potrebbe riassumere così: Amy è una donna affascinante, protagonista di una serie di romanzi scritti dal padre, amata da tutti e apparentemente perfetta.
Il giorno del suo anniversario di matrimonio scompare, lasciando dietro di sè un tavolino rotto e qualche traccia di sangue, il primo sospettato sarà ovviamente suo marito. 
Potrebbe sembrare una storia già sentita, ma Fincher e la sceneggiatrice Flynn (anche autrice del omonimo romanzo) riescono a catturarti e a portarti in un labirinto che disorienta lo spettatore, ma allo stesso tempo lo affascina.
I colpi di scena sono continui ma non ti danno l’impressione di essere studiati solo per stupire, anzi sono perfettamente contestualizzati e inseriti nella narrazione caratterizzata da salti temporali che creano continui cambi di registro.
La tensione è alta in tutto il film ma non stanca, forse perché si è troppo impegnati a cercare di scoprire la verità e a stare dietro ai personaggi che sembrano evolversi sotto gli occhi smarriti dello spettatore e, senza quasi che questi se ne renda conto, si trasformano in qualcosa di inaspettato ma che risulta comunque essere coerente, per quanto grottesco e paradossale.
Ma la storia intricata e i colpi di scena non sono l'unico punto di forza di questo film che è, sia da un punto di vista tecnico (fotografia, regia, colonna sonora e montaggio) che da quello dei contenuti, davvero interessante.
Fincher critica la società moderna, la società dell'immagine, ma lo fa in maniera tagliente e non paternalistica, focalizzando l'attenzione sulla moda della tv del dolore che strumentalizza le tragedie e i fatti di cronaca, fenomeno che in Italia purtroppo conosciamo benissimo... 
Il dito è puntato contro i media che spesso tendono a ricercare le conclusioni più sensazionalistiche e schiaccianti pur di intrattenere e questo discorso si ricollega alla seconda critica sociale importante proposta dalla pellicola, che descrive il  matrimonio come un gioco di poteri e di quotidiani silenzi che però nascondono enormi incomprensioni. Fincher fa un ritratto in cui non c'è scampo, nessuno dei personaggi è positivo: la moglie, il marito, la vicina di casa, gli ex e persino la polizia, sono tutti personaggi imperfetti, che sbagliano, cadono in tentazione e commettono errori che avranno delle ripercussioni sugli altri e soprattutto sono impegnati a piacere, a mostrare il lato migliore e nascondere i problemi e i difetti dietro una felicità di facciata.
Un cenno agli interpreti in questo caso è doveroso. 
Ben Affleck non mi ha mai convinto, mi ha sempre dato l’idea di essere un po’ tonto... non so bene come spiegarmi ma l’ho sempre guardato con gli stessi occhi con cui guardo un panda gigante che, mezzo assopito, cerca di rialzarsi ma non ci riesce…. insomma, lo trovo un attore che ha una certa difficoltà a entrare nel personaggio e ad essere convincente, ma per questo ruolo è perfetto perché serviva un uomo bamboccio, che si fa trasportare dagli eventi e manovrare come un burattino, difficile da comprendere.
Rosamund Pike è fantastica, penso si possa tranquillamente aggiudicare una statuetta importante anche se forse è un po’ prematuro dirlo, visto che è il primo film che abbiamo visto di quelli che saranno probabilmente candidati agli oscar 2015.
Infine troviamo un apprezzabilissima performance di Neil Patrick Harris, che ho amato nei panni di Barney nella serie How I met your mother e che in questa pellicola interpreta un ruolo abbastanza enigmatico e inquietante (faccio una enorme fatica a non parlare dell’ultima scena in cui compare il suo personaggio, esteticamente splendida e molto di impatto).
Una piccolissima nota negativa; il finale non mi ha convinta del tutto, diciamo che mi ha lasciata parzialmente insoddisfatta. Avevo voglia di una risoluzione che non si è verificata e, ripensandoci, forse ci sono anche due o tre questioni che restano abbastanza in sospeso, come se l’indagine stessa ad un certo punto passi in secondo piano e il sollevamento etico al quale lo spettatore è sottoposto prenda il sopravvento sul thriller.


In conclusione rimane uno dei film più riusciti che abbia visto quest’anno, ve ne consiglio la visione!


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